Nell'aprile del 1930 in un punto imprecisato della costa laziale i tecnici guidati da Guglielmo Marconi stavano preparando un impianto radio elettrico a fascio direzionale, sulla lunghezza d'onda dei 10 metri, orientato su Golfo degli Aranci dove un'altra squadra di tecnici lavorava alla costruzione di un altro impianto uguale con le antenne orientate in direzione di Fiumicino. Il 23 maggio 1930 la nave Elettra diresse su Golfo Aranci dove da alcuni giorni su Capo Figari un collaboratore, l'ingegner Monachesi con i suoi aiutanti, era impegnato nell'allestimento delle apparecchiature necessarie al compimento degli esperimenti in programma. I risultati raggiunti furono entusiasmanti ma, ciò nonostante, qualche scienziato americano, invidioso del genio italiano pose in dubbio le scoperte scientifiche. Per fugare ogni dubbio "Marconi organizzò un importante esperimento fra una piccola stazione trasmittente a micro-onde sistemata a Rocca di Papa, presso Roma, ed una stazione ricevente sistemata sul panfilo Elettra. Marconi imbarcò sull'Elettra con una commissione governativa, composta di eminenti radiotecnici e salpò da Civitavecchia facendo rotta per Golfo Aranci (Sardegna)." Sull'Elettra, oltre a Marconi si imbarcò la moglie Maria Cristina e non mancava l'assistente Ing. Mathieu. Seguiva gli esperimenti il comandante Montefinale, mentre l'Ing. Isted e l'Ing. Gorlo, incaricati dall'istituto superiore delle telecomunicazioni, si trovavano a Rocca di Papa. Un notevole contributo al buon esito degli esperimenti fu dato dall'ufficiale radiotelegrafista dell'Elettra il tecnico Alberto Ricciardi non nuovo a queste imprese. "Ascoltando i primi saggi di Golfo Aranci m'accorsi che ciascuno di quei tre aerei (antenne N. d. A.) presentavano un rendimento di gran lunga superiore ad un altro aereo che pure era stato preparato alcuni giorni prima per l'istessa onda. (…). Ripartimmo puntando su Fiumicino e mantenendoci strettamente sulla linea direzionale dal fascio di Golfo Aranci. L'Elettra fu fatta procedere a velocità ridotta allo scopo di osservare il fascio di Golfo Aranci per un pomeriggio ed un intera notte. (…). Davanti a Fiumicino il segnale di Golfo Aranci poteva definirsi buono, commerciale". "Di questo risultato Marconi fu orgogliosissimo ed a tale riguardo egli diceva: "Come vede, ancora una volta i così detti teorici si sono sbagliati, ed io senza tanti calcoli, senza tante teorie, ho provato che le micro-onde hanno nella loro propagazione un comportamento diverso da quello delle onde luminose". Il 6 agosto il panfilo, con a bordo i rappresentanti del Governo Italiano, si poneva in rotta sulla congiungente Rocca di Papa - Golfo Aranci, Sardegna, allo scopo di studiare la propagazione di queste onde ultra-corte a distanza relativamente grande. (…). Durante la traversata le trasmissioni continuarono, si misero a punto le apparecchiature e si registrarono le antenne: i risultati furono ottimi. Nell'oscurità della notte il panfilo attraccava alla banchina di Golfo degli Aranci, la mattina successiva tutte le apparecchiature necessarie alla conduzione dell'esperimento furono sbarcate, trasportate su Capo Figari e installate sulla terrazza del semaforo, a 342 m sul livello del mare. Collegate le apparecchiature, innalzate le antenne e alimentati i trasmettitori, alla stazione di Rocca di Papa si chiese di incominciare nuovamente le trasmissioni verso le ore 16.00. "Avemmo allora la grande soddisfazione di ricevere i suoi segnali quasi immediatamente. Le prove proseguirono fino a mezzanotte". "In conclusione: Sento di poter dire che con queste esperienze sono state investigate per la prima volta alcune delle pratiche possibilità di una gamma di onde elettriche finora inesplorata, ed una nuova tecnica, destinata ad estendere considerevolmente il già vasto campo delle applicazioni delle onde elettriche alle radio - comunicazioni, è stata creata".
I dati storci sono tratti dal libro "Figari storie del Golfo e di Golfo Aranci" di Mario Spanu Babay. Editore Taphros Olbia. Anno di pubblicazione 2005. Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione, anche parziale e con qualsiasi mezzo, se non attraverso l'autorizzazione scritta da parte dell'editore e dell'autore.